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80) Venus (The Shocking Blue) by Bananarama

25 marzo 2011

Giusto mentre stavo scrivendo queste righe è apparsa una notizia in rete: pare che le Bananarama stiano tornando. Come Bananarama chi? Le mamme delle Spice Girls, le zie delle Destiny’s Child, le nonne delle Tatu. Le insegnanti di sostegno di ogni Rihanna mai presentatasi su un palco negli ultimi ventanni. Le Sophia Loren del pop edonista.

Le sorelle intelligenti di Lady Gaga. Il gruppo femminile degli anni Ottanta per antonomasia, talmente fatue da risultare irresistibili.

Non v’è nessun over 35 che non abbia avuto i sonni turbati da una (o più) delle tre intercambiabili gnocche albioniche. Che – appunto – dopo qualche vicissitudine umana ed artistica si sono riformate ed hanno in cantiere un nuovo disco e il classico tour a supporto.

Non una bella notizia, in verità; che le cheerleaders sono un sogno a 21 anni, un incubo quando sfiorano i 50, e magari viste da dietro ancora tentano e davanti spaventano. Vederle combattere sul campo di agguerrite e smaliziatissime Lolite sarà un gioco al massacro al quale non intendo partecipare; perchè non credo sarà un gran bello spettacolo osservare le tre squinzie, ormai immagino timorate madri di famiglia, ancheggiare in qualche trasmissione televisiva, col fiatone e dei jeans comunque troppo stretti, davanti a sguardi di compatimento e risolini di scherno di un pubblico in gran parte composto da gente che potrebbe essere frutto dei loro lombi, almeno per quanto riguarda l’anagrafe.

No, proprio no. Credo che avrebbero dovuto risparmiarci l’affiorare di questa brutta immagine. Per noi e soprattutto per loro.

Eppure, zitte zitte, sono state il complesso vocale femminile di maggior successo di tutti i tempi. Strano vero? Avremmo tutti indicato le Supremes per quel ruolo. Invece furono proprio Siobahn Fahey e compagne a vendere tonnellate di dischi e inanellare un successo dopo l’altro tra il 1981 e il 1992 totalizzando oltre 40 milioni di copie vendute.

Chi non ricorda il dolceamaro incedere di Cruel Summer o il brio sintetico di Robert De Niro Waiting? Chi non ha in qualche cassetto della memoria le armonie di Do Not Disturb o Na Na Hey Hey (Kiss Him Goodbye)? E fa un’immensa tristezza pensare di rivederle, magari ampiamente assuefatte alla chirurgia estetica, bolse e tenacemente tentate di ricreare un passato ormai reso tale da troppi anni.

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